L’intrusione della Politica nella Scienza

Scienza, solo merito e la politica stia lontana dallo spoil system… un tema sul quale si misura la civiltà di un paese. questo e’ l’head con il quale oggi Oscar Giannino ha condotto la trasmissione Nove in punto, la versione di Oscar sul rinnovo di 20 cariche nei grandi enti di ricerca italiani (peraltro 2 all’INFN dove personalmente lavoro) ed in particolare il Presidente del CNR. Ospiti Gilberto Corbellini, Marco Cattaneo (che da tempo segue il tema), Armando Massarenti, Giampio Bracchi (vedi dettagli)

Come prima cosa un plauso a Giannino per essere ancora una volta riuscito a centrare uno dei problemi importanti della ricerca italiana ma che soprattutto ha tentato di rendere un po’ più popolare un argomento spinoso come quello dell’intrusione della politica nella scienza. Questo ha messo in evidenza comunque la grande benevola ignoranza e qualunquismo degli ascoltatori (come riportato da Giannino in trasmissione e pi volte evidenziato 1, 2), che vedono sempre il marcio del mondo accademico italiano e mai invece come questo e’ stato, e rischia ancor di più oggi, di essere ridotto a causa di un continuo riordino da parte di chi fa confusione fra merito, sistema, organizzazione, qualità ed eccellenze che distinguevano (il passato e’ d’obbligo) la ricerca italiana.

Il mondo della ricerca italiana, quello accademico in particolare, hanno sempre avuto dei problemi, ma non ostante le scarsissime risorse di personale ed economiche (consiglio a tutti di vedersi 3 – alla voce Science and Tecnology – e 4) che non sono mai state all’altezza del settimo paese più industrializzato del mondo ci siamo sempre distinti in tutto il mondo esportando competenze e capacita’ uniche. Il ministro, Giampio Bracchi, e alcuni ascoltatori ritengono invece che la politica debba: garantire rinnovamento super partes – non mi pare che in Italia sia mai successo; combattere contro il corporativismo dei ricercatori – infatti notoriamente abbiamo un grande peso corporativista nella società come notai, avvocati… e tassinari; un orientamento della ricerca che responsabilizzi i ricercatori che oggi non e’ in grado di far nascere spin off italiani – nel resto del mondo e’ l’industria che fa nascere gli spin off, non i ricercatori, chi sa perché…. E quindi la conclusione: […] una scienza che non può certo essere fatta in base al curriculum scientifico, ma in base alle esperienze che i candidati possono dimostrare di avere ruolo fondamentale ora in cui nella difficoltà della imprenditoria italiana il CNR potrebbe giocare un ruolo nell’aiutare le nostre imprese a innovare e passare a nuovi settori a maggiore valore aggiunto. Come scegliere queste persone e chiaro che ci può essere una scelta dall’interno, che viene dai ricercatori italiani, sappiamo pero’ che le scelte che vengono dall’interno hanno carattere abbastanza corporativo e non sempre portano a scegliere le persone che hanno un complesso di caratteristiche e mi sembra che avere creato un gruppo di persone che cerca di vagliare con questi criteri le diverse candidature possa avere un senso, certamente questa volta si lascia molto ruolo al ministro perché poi la scelta all’interno delle liste preselezionate e’ proprio del ministro stesso, quindi c’è abbastanza una discrezionalità da questo punto di vista ed importante che questa discrezionalità venga utilizzata in senso positivo, scegliendo coloro che hanno realmente l’insieme delle caratteristiche e non semplicemente delle appartenenze ci sono anche altri criteri, noi abbiamo bisogno di una discontinuità nel nostro mondo della ricerca bisogna ringiovanirlo, bisogna renderlo meno burocratico, il CNR come purtroppo quasi tutte le organizzazioni di ricerca Italiana negli anni passati e’ rimasto abbastanza bloccato in termini di organici, i ricercatori hanno una eta’ abbastanza avanzata e questo non giova certamente alle loro motivazioni e alla loro capacita’ di fare ricerca perché la ricerca si fa a 30 anni non si fa a 50 anni e tutto questo richiede quindi qualche misura un po’ di trasformazione radicale, sarebbe bello allora che ne momento in cui si rivedono i membri dei consigli di amministrazione ci fosse una discontinuità perlomeno anche con l’età il mio auspicio e’ che il presidente di questi grandi enti in particolare il CNR non sia un sessantenne, sia una persona che ha al massimo 50 anni, una persona che ha ancora una esperienza recente di ricerca fatta da lui direttamente, che in definitiva possa avere la voglia di cambiare questo sistema, perché ripeto che bisogno di discontinuità’ per rompere la burocrazia e anche una certa senilità che caratterizza il nostro mondo della ricerca […] questa rivoluzione non viene certamente dall’interno […] e’ certamente una cosa che deve avvenire in termini più dirigistici […] – dalla trasmissione odierna Giampio Bracchi.

Ammesso e non concesso che sia cosi’ (5) ma perché non facciamo come in tutto il resto del mondo, con pannel internazionali di valutazione al posto di giustificare delle modalità poco chiare su una presunta responsabilità dei ricercatori? Non mi resta che concludere con l’appello conclusivo di Giannino al Ministro Maristella Gelmini perché “renda tutti i singoli passi questa procedura il più possibile noti e trasparenti” (e aggiungo) cerchiamo di non far finire la ricerca italiana come la RAI e altre importanti ricchezze che ci distinguevano in moltissimi settori.

Ascolta la trasmissione, scarica l’mp3

Informazioni su Giovanni Mazzitelli

Senior Researcher - field of interest high energy physics and particle accelerators; science communication and education; sail and alpinism lover
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